avanzavano lento moto. Nella notte, inoltre alcuni fastidiosi temporali hanno colpito alcuni dei team, come Team SCA e Team Alvimedica, che sono rimasti vittime dell'ormai nota roulette delle nuvole. Fortunatamente ora la flotta sembra essere riuscita ad entrare in una zona di aria un po' più fresca e le velocità medie sono aumentate.
Matt Knighton l'Onboard reporter di Abu Dhabi Ocean Racing stamane ha raccontato così la prima notte della sesta tappa: “Una scia blu acceso di bioluminescenza si forma sulla poppa di Azzam, sotto un cielo stellato che appare e scompare fra le nuvole. Il solito effetto di raggruppamento della flotta nelle prime 72 ore è evidente, abbiamo MAPFRE appena sottovento mentre Brunel si è staccato un po'. Siamo messi bene, dice Ian mentre osserva le posizioni della flotta sullo schermo del computer al carteggio. Nei prossimi giorni continueremo a navigare di bolina verso Cabo Frio e visto che Dongfeng è qui sottovento a noi, Ian forse potrebbe anche dormire qualche ora. Tutto è calmo, il mare e anche l'attività a bordo, malgrado stiamo andando a 11 nodi.
C'è tensione ma almeno questa volta non è sulle nostre spalle. La nostra strategia è chiara, stare con gli altri. Detto ciò, tuttavia, ci sono ancora 5.000 miglia di corsa davanti a noi, visto che ne abbiamo percorse meno di cento.”
Al rilevamento delle ore 12.40 UTC la prima posizione è occupata dagli spagnoli di MAPFRE, con un esile vantaggio di sole 1,5 miglia su Team Alvimedica, qualche centinaio di metri in più su Abu Dhabi Ocean Racing e 3 miglia sulle veliste di Team SCA, 3,6 su Dongfeng e poco più di 5 sugli olandesi di Team Brunel.
L'Onboard reporter di Team Alvimedica, Amory Ross uno dei quattro americani della barca nera e arancio, ha raccontato così le sensazioni a bordo: “C'è sempre una sorta di sollievo nel tornare in oceano e nel navigare di notte. Per quanto bello e accogliente fosse il Brasile, avevamo voglia di tornare presto in regata.
E' bello navigare di nuovo e la vita di bordo sembra innaturalmente naturale nelle prime 24 ore, come se non ci fosse quasi stata pausa questa volta. Però adesso puntiamo verso il nord Atlantico e gli USA, dove ci siamo allenati prima della partenza del giro e casa per alcuni di noi. Significa molte cose per molti ma per dirla semplice: arrivare a Newport vorrà dire aver circumnavigato il pianeta.”