nel mese di settembre, ha incoronato ormai da alcuni anni la ex colonia britannica capitale mondiale delle fiere del settore gioielleria-oreficeria. La Hong Kong International Jewellery Show sta facendo registrare numeri in costante crescita: lo scorso anno sono stati 2341 gli espositori provenienti da 53 paesi distribuiti su 24 padiglioni per una superficie di 100.000 mq. Ma è il dato relativo ai buyers quello maggiormente indicativo del successo della manifestazione: oltre 45.000 ( per l'esattezza 45.907) provenienti da oltre 145 paesi.
La Camera di Commercio di Arezzo ha organizzato anche per questa edizione una presenza collettiva alla quale hanno aderito 24 aziende che saranno ospitati in 216 metri quadri all'interno del padiglione italiano gestito da ITA – ICE.
"Hong Kong - sottolinea il Presidente Andrea Sereni – non è soltanto la capitale asiatica dell'alta moda ma è , da alcuni anni, il più importante mercato della gioielleria mondiale. Un primato reso possibile dal dinamismo degli operatori locali, dalla storia e dalla localizzazione geografica della ex colonia britannica. Il sistema informativo Ulisse-StudioBo ha previsto, per esempio, che, nel corso del 2015 Hong Kong si confermerà come il principale mercato mondiale del sistema moda-persona, incrementando le importazioni di oltre il 10%. La partecipazione all'Hong Kong International Jewellery Show costituisce quindi per la nostra produzione orafa di alta e altissima qualità una occasione imperdibile di promozione e di confronto con le aziende dei principali paesi competitor: India, Indonesia, Turchia oltre alla stessa Cina.”
“Per l’export orafo-argentiero aretino, nel periodo gennaio-settembre 2014 –commenta il Segretario Generale della Camera di Commercio di Arezzo, Giuseppe Salvini - Hong Kong ha rappresentato il secondo mercato per ordine di importanza , dopo gli Emirati Arabi Uniti, con un volume di affari , a valori correnti, di oltre 103 milioni di euro (+ 27 % rispetto al stesso periodo del 2013). Una crescita quella di Hong Kong, che ha controbilanciato la contrazione dell'export verso gli Emirati Arabi Uniti causata da vari fattori quali l' instabilità socio-politica del medio oriente, la diminuzione del prezzo del petrolio e le stesse accentuate variazioni del costo del metallo".