della Capitaneria di porto di Napoli. Un’azione, sconosciuta ai più, che con modalità e specializzazioni differenti a seconda dei contesti copre anche un ampio spettro di competenze “terrestri”. Compresi una serie di progetti, avviati da qualche anno a questa parte nelle scuole, il cui obiettivo è la formazione e il rafforzamento di una concreta “cultura marittima”.
“Nella percezione comune – conferma l’Ammiraglio Antonio Basile, Direttore Marittimo della Campania e Comandante del Porto di Napoli – i compiti istituzionali del Corpo si limitano ai soli mesi estivi, al mero presidio delle attività commerciali o ludiche che hanno per teatro il mare. Invece, proprio per l’indissolubile legame che lega l’elemento acqueo a quello terrestre, siamo impegnati quotidianamente negli ambiti più disparati”.
Ad esempio?
La Guardia Costiera ha competenza esclusiva con i Carabinieri per i reati ambientali. La maggior parte dell’inquinamento marino deriva, infatti, dai fiumi, dagli sversamenti illegali che partono da terra. E noi operiamo sul territorio con nostro personale per individuarne l’origine. Stesso discorso per il controllo delle attività ittiche. Per quelli che sono gli specifici ambiti previsti dalla legge possiamo risalire tutta la filiera, dalla distribuzione alla vendita al dettaglio: questo ci porta ad operare ben lontani dalla costa. E ad impiegare, nei controlli, anche la nostra componente aerea. La stessa che nel corso del 2014 ci ha portato a individuare e sequestrare diverse aziende zootecniche nell’entroterra domizio fonte di grande inquinamento per fiumi e falde acquifere.
Come nasce l’impegno nella Terra dei Fuochi?
Parte dall’adesione a un protocollo investigativo della Procura della Repubblica di S.M. Capua Vetere. L’idea era quella di effettuare ricognizioni aeree con i nostri ATR per controllare porzioni maggiori di territorio e organizzare le opportune risposte contro eventuali reati ambientali. Da qui l’intesa con la Regione in cui forniamo il supporto tecnico per l’intera mappatura del suolo regionale, con un’attenzione particolare alla Terra dei Fuochi. Oltre alla riproduzione della situazione cartografica, tarando opportunamente una serie di apparecchiature, siamo in grado di rilevare discontinuità nella composizione del terreno: indizio di un probabile interramento di rifiuti. A breve questo lavoro di monitoraggio darà frutti concreti.
Un primo bilancio del 2014?
Non credo che i numeri possano riflettere la realtà in modo esaustivo ma 227 soccorsi svolti, più di 2.400 persone assistite o salvate, circa 3mila controlli antinquinamento effettuati, e mi fermo qui nell’elencazione dei risultati, possono dare una misura approssimativa del grande impegno della Capitaneria nell’arco di tutto l’anno. Di positivo, riferendomi alla stagione estiva, c’è lo sforzo di coordinamento degli uffici della zona marittima. Con ben 11 Uffici Circondariali che hanno facoltà di emanare ordinanze è nata l’esigenza di uniformare impostazioni, linguaggi, contesti. Puntando, innanzitutto, su incontri periodici con le associazioni di rappresentanza. Già oggi è partita l’analisi delle criticità da affrontare per la prossima stagione. È un lavoro che riguarderà anche la stesura del “Documento Programmatico” del 2015, uno strumento con cui indichiamo gli obiettivi da raggiungere: in appendice, in maniera critica, analizziamo i risultati conseguiti a fronte della pianificazione predisposta nell’anno precedente.
Gianni Grande
(leggi l’intervista completa su PORTO&diporto Gennaio 2015)