al valore importato, pari a 38,7 milioni. È ormai da cinque anni che il saldo commerciale reggino è costantemente negativo. Tuttavia, la differenza tra export e import mostra un modesto miglioramento rispetto al primo trimestre (da -5,3 a -4,9 milioni di euro), grazie ad un aumento delle vendite oltreconfine (+11,9%), più pronunciato rispetto alla crescita degli acquisti dall’estero (+9,1%). La dinamica reggina è in buona misura allineata a quella osservata a livello nazionale ma in controtendenza con il dato regionale: la Calabria tra giugno 2013 e giugno 2014 registra una dinamica negativa con un calo delle esportazioni (-3,6%) e un contestuale incremento delle importazioni (+1,2)
All’uscita dei dati Istat sul commercio estero, Lucio Dattola, Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, afferma: “ E’ veramente preoccupante questo crollo delle esportazioni dell’agro-alimentare. Il nostro punto di forza rappresentato dall’olio d’oliva e dagli altri ottimi prodotti del nostro territorio sta subendo un vero e proprio tracollo di vendite all’estero.
Questo incide pesantemente anche sulla nostra ricchezza interna e deve farci capire che se non si apprestano immediatamente politiche serie e definitive di rilancio corriamo il rischio di distruggere definitivamente l’unico comparto che ad oggi garantiva occupazione e guadagno”. La provincia di Reggio Calabria esporta principalmente prodotti chimici e alimentari: con un giro di affari di 14,3 milioni di euro, nel secondo trimestre 2014 l’industria chimica incide per il 43,8% sul totale delle esportazioni manifatturiere provinciali, mentre l’industria alimentare, che esporta merci per un valore di 11,5 milioni, assorbe un altro 35,4%.
Rispetto al secondo trimestre del 2013, la chimica registra un +16,6% mentre nel comparto alimentare si riscontra una flessione non trascurabile (-15,6%). Poco meno di metà delle vendite all’estero della provincia trova sbocco nell’Unione Europea (43,4%). Significativa è poi la quota di esportazioni diretta nel Nord America (18,3%), come quella destinata al Nord Africa (18,4%). Le merci importate, invece, provengono principalmente dall’Unione Europea (57,7%), dall’America Settentrionale (15,3%) e dall’Asia Orientale (13%).