Giovanni Pitruzzella |
“Se è vero che la concorrenza favorisce la crescita economica, le piccole e medie imprese sono quelle che soffrono di più la mancanza di una regolazione intelligente poiché risentono in misura maggiore
del peso non solo degli oneri finanziari diretti, ma anche dei cosiddetti oneri informativi che ne minano la competitività”. L’ha dichiarato il presidente dell’Autorità Antitrust, Giovanni Pitruzzella, intervenendo al convegno su “Qualità delle regole e competitività delle Pmi”, organizzato oggi presso la Presidenza del Consiglio dei ministri a Roma.
L’Italia, come ha ricordato il Garante della concorrenza e del mercato, conta un numero di microimprese notevolmente superiore alla media europea. Nel 2013, ne sono nate più di 384mila, contro le 371mila che hanno interrotto l’attività, con un saldo attivo di 13mila aziende pari a “un aumento modesto ma incoraggiante” dello 0,2% rispetto all’anno precedente.
Questi dati confermano, a giudizio di Pitruzzella, che le piccole e medie imprese sono “un importante volano per lo sviluppo e la crescita dell’economia”. Il presidente dell’Agcm ha affermato poi che “in molte occasioni l’Autorità ha rilasciato pareri alla Presidenza del Consiglio ai fini dell’impugnativa di norme regionali restrittive della concorrenza dinanzi alla Corte costituzione”. Su 27 casi, in 15 Palazzo Chigi ha impugnato le leggi regionali di nuova adozione e in 9 la Corte ne ha dichiarato l’illegittimità costituzionale.
Si trattava, per la maggior parte, di vincoli agli orari di apertura e chiusura dei negozi, limitazioni ingiustificate all’apertura di grandi strutture di vendita, obblighi di fissare la sede legale in un determinato territorio o di rispettare le distanze minime e ancora di affidamenti senza alcun limite temporale di durata.
“L’Autorità –a concluso il Garante Antitrust – potrebbe fornire un apporto qualificato alle amministrazioni sulla corretta implementazione dell’analisi di impatto concorrenziale della regolazione, analogamente a quanto già sperimentato nel Regno Unito, mediante un suo maggiore coinvolgimento nei processi di rule making”.
Questa collaborazione, secondo Pitruzzella, dovrebbe essere anticipata alla fase in cui la regola in questione è ancora una proposta, in modo da valutare preventivamente “l’impatto che le regolazioni esistenti e quelle di nuova adozione esercitano sulla concorrenza”.