primo Seicento promossa e organizzata da Intesa Sanpaolo in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta, la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo e l’Associazione Giovanni Testori.
L’esposizione, patrocinata dal MIBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Comune di Napoli, e curata da Maria Cristina Terzaghi, vuole essere un omaggio a uno dei massimi artisti del Seicento italiano, Antonio D’Enrico (Alagna Valsesia circa 1582 – Borgosesia ? 1633) meglio noto come Tanzio da Varallo.
La mostra riporta l’attenzione del pubblico e della critica in particolare sul breve ma assai proficuo periodo trascorso dall’artista nei territori del Viceregno (gli Abruzzi) e a Napoli, quando venne in contatto con il genio di Caravaggio e ne rimase per sempre segnato.
Tanzio da Varallo incontra Caravaggio. Pittura a Napoli nel primo Seicento celebra inoltre la figura di Giovanni Testori, all’indomani del ventennale della morte dell’intellettuale Lombardo che, per primo, dedicò nel 1959 una mostra a Tanzio e che contribuì in modo decisivo ad affermare la statura artistica del pittore di Alagna.
La mostra presenta ventinove opere: tredici dipinti di Tanzio sono esposti insieme a opere di artisti attivi a Napoli e nel Viceregno – “la stretta cerchia” di Caravaggio, secondo la celebre definizione di Roberto Longhi – che, come Tanzio, si sono confrontati molto presto con la pittura di Caravaggio: Battistello Caracciolo,
Louis Finson, Carlo Sellitto, Filippo Vitale. Lo stesso Michelangelo Merisi è rappresentato in mostra dal Martirio di sant’Orsola (1610), splendida opera esposta nelle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano.