Masaniello rimane simbolica, fino al punto che Tommaso Aniello “capitano del fedelissimo popolo “, uno del popolo per il popolo, diventa un mito, un’icona. Solo nove giorni è durata la sua rivolta contro la pressione fiscale del viceré duca d’Arcos e poi il 16 luglio, giorno dei festeggiamenti della Madonna Bruna, trovò la morte a tradimento proprio nella Basilica dove cercò riparo.
Ne è passata di storia in quei luoghi ed è entrato a far parte della storia recente della città bassa il “Premio Masaniello”, nato da un’idea di Luigi Rispoli, Presidente dell’A.I.G.E. (Associazione informazione Giovani Europa ) che tanto ha a cuore la zona Mercato e che ne affidava ad Umberto Franzese l’intera realizzazione.
Quest’anno la IX Edizione del Premio Masaniello-Napoletani Protagonisti, si è tenuta nello storico teatro cittadino “Delle Palme” dove il tema specifico “Moda e Mode” ha potuto avere una collocazione più adeguata. Sono state raccontate storie di napoletani protagonisti come quelle di Marinella, premiato anche per i cento anni di attività; Vincenzo Canzanella per i costumi teatrali, oggi anche docente; Valentino, colui che inventò il tacco a spillo partendo da un laboratorio a Materdei con tre dipendenti; i Serpone di via Duomo, la sartoria del Papa; Giusy Giustino, la costumista del San Carlo; gli Argenio, i nostri stilisti identitari e Carpisa, nella persona dell’imprenditore Raffaele Carlino.
Poi lo sguardo si allarga ai più giovani: Bruno Caruso, titolare della “White House“, di via Carlo Poerio, con la sua sposa dei nostri giorni; Angela Greco, stilista che con un procedimento antico al telaio, crea i suoi tessuti; e Vincenzo Romano che con il suo punto vendita “London Napoli“, al centro storico, nonostante la crisi, riesce ad essere un campione di vendita; lo sguardo va oltre e arriva a Positano con Giacomo Cinque e la sua “Antica Sartoria“.
Laura Bufano