Cosimo Caliendo |
Cosimo Caliendo – il Consiglio di Stato ha fissato alcuni principi fondamentali». In primo luogo, il carico delle provviste, vettovagliamento e altro materiale destinato al consumo diretto a bordo delle navi da crociera, è estraneo al ciclo di trasporto della merce, come ad altre attività quali lo scarico dei rifiuti delle navi o la fornitura idrica a bordo o il rifornimento di carburante.
«Se ne ricava – è quanto si legge nella circolare – che le imprese autorizzate allo svolgimento delle operazioni portuali non possono espletare di diritto attività relative ai passeggeri, e ciò a prescindere dal fatto che l’impresa ex articolo 16 sia o meno concessionaria di aree e/o banchine». Il secondo punto evidenzia che, nelle more dell’espletamento delle procedure di dismissione delle quote, la Porto 2000, pur essendo detenuta a maggioranza dall’Authority di Livorno, «è titolata allo svolgimento di tutti i servizi resi alle navi da crociera e passeggeri ai sensi del contratto di affidamento dei servizi stessi». E arriviamo all’ultima sottolineatura: l’attracco delle navi da crociera a banchine in concessione di altri soggetti è ammissibile «laddove ciò risulti necessario per le esigenze del porto e sia appositamente previsto nell’atto concessorio». Ma, al di là di tutto, quello che al Mit conta far sapere è che «le prerogative e le responsabilità, tra cui ad esempio la security, restano sempre in capo al soggetto incaricato di gestire la stazione marittima e i servizi ai passeggeri». «Il fatto che il MIT abbia ritenuto di estendere a livello nazionale i contenuti di una sentenza del Consiglio di Stato nella quale sono state integralmente condivise le posizioni dell’Authority livornese – ha commentato il segretario generale, Massimo Provinciali - è indubbiamente motivo di soddisfazione per gli uffici e contribuisce a stabilizzare il panorama delle regole».