Se ti appare da lontano, Villa Castelli la scorgi tra colori di luce di un paesaggio agrario e naturale incontaminato, segnato dall’inconfondibile scenario dei trulli e delle masserie, tipici luoghi legati alla
coltivazione dell’ulivo, della vite, al buon vivere e alla cucina. Con i suoi vicoli e le sue stradine ingarbugliate e pavimentate dalle tipiche chianche, con la sua gravina dove ancora è fiorente la campanula che si colora di azzurro e di violetto, Villa Castelli è il luogo dove si vive meglio, ai ritmi lenti di una volta.
La splendida chiesa in stile romanico-gotico del XIX secolo, la vasta necropoli magno-greca di Pezza Petrosa in cui sono state rinvenute trentatre tombe datate IV-III secolo avanti Cristo contenenti duecento pezzi tra vasi, statuette, strigili, anelli, specchi e cesoie, ospitati nel museo civico all’interno del palazzo Ducale, sede del municipio, e soprattutto la rinomata gastronomia tipica che risente della tradizione vitivinicole ed olivicola del territorio, oltre alla pasticceria a base di dolci di mandorla e pasta reale della pasticceria La Sfornata, fanno il resto.
“Puntiamo sulla promozione di quelle che sono le peculiarità del territorio: le risorse della terra, il mare verde che circonda la nostra cittadina. E il momento più bello per promozionare Villa Castelli non può che essere la festa patronale che cade in un periodo in cui finisce la vendemmia e ci si prepara alla raccolta delle olive”, dice il sindaco Vitantonio Caliandro, promotore del XXV educational promosso dalla rivista Spiagge di Carmen Mancarella con il contributo della Regione Puglia.
Il primo cittadino e l’assessore alla cultura, Maria Argese, ricordano che l’amministrazione ha individuato una serie di itinerari culturali e turistici di significativo interesse: da quello archeologico (il sito di Pezza Petrosa e il museo civico) a quello ambientale (Gravina, Grotte e Specchia), fino al percorso dell’olio e del vino.
Eduardo Cagnazzi