consigliere Svimez, e Salvatore Villani, sulla pressione tributaria comunale, tra il 2012 e il 2013 le entrate tributarie comunali sono calate al Nord del 17% e al Sud dell’11%, ma i trasferimenti erariali sono aumentati del 72,8% al Settentrione contro il 31% del Meridione.
Inoltre nel 2013, a fronte di un reddito di 28.765 euro pro capite, in media ogni cittadino del Veneto ha versato al proprio comune di residenza 409 euro, contro gli oltre 458 di un campano (che però ha un reddito di 12mila 500 euro più basso). Secondo la Svimez la presenza di un Nord in cui il sistema tributario è regressivo e di un Sud in cui è progressivo accresce le diseguaglianze del Paese e la presenza di trasferimenti “sperequativi” quali quelli attuali (+72% al Nord e +31% al Sud) non aiuta a spezzare il circolo vizioso che da sempre frena lo sviluppo delle aree più povere.
Tra il 2012 e il 2013 al Nord le entrate tributarie comunali sono scese da 570 a 473 euro pro capite, con una riduzione del 17%, ma i trasferimenti erariali sono aumentati del 72,8%, passando da 109 a 188 euro per abitante. Diversa la situazione nel Mezzogiorno: anche qui i Comuni hanno registrato una contrazione delle entrate per abitante, da 475 a 421 euro, pari a -11%, ma i trasferimenti erariali sono stati molto meno generosi: +31%, da 142 a 186 euro pro capite.
E la pressione fiscale resta più alta al Sud. Nel 2013, a fronte di un reddito di 28.765 euro pro capite, in media ogni cittadino veneto ha versato al proprio comune di residenza 409 euro. Nello stesso anno, centinaia di chilometri a Sud, ogni cittadino molisano, in media, a fronte di un reddito decisamente più basso di quello del Veneto, cioè 19.547 euro e 7 centesimi, ha versato al proprio comune di residenza 32 euro in più, cioè 441 euro e 4 centesimi.
Eduardo Cagnazzi
(leggi l’articolo completo su PORTO&diporto Ottobre 2014)