Salvatore Matilde Mansi |
Un ingente investimento e il colosso francese LabcoDiagnostics sbarca in Campania dove acquisisce l’Istituto Sdn di Napoli e conta di espandersi nel Sud Italia.Un progetto imprenditoriale di
significativa portata a conferma che la ricerca non va in crisi. Almeno non va in crisi per l’azienda diretta da Marco Salvatore, l’unico istituto di stampo diagnostico vivo-vitro in Italia, che fa così il suo ingresso nel colosso internazionale francese, leader in Europa nel segmento con 250 strutture in 11 paesi (Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Belgio, Svizzera, Brasile, Colombia, Perù e Messico), oltre 5mila dipendenti, 15 milioni di pazienti all’anno e un volume d’affari complessivo di oltre 560 milioni di euro all’anno.La partnership siglata con la struttura partenopea è il primo passo verso il Sud del colosso sanitario e fa da preludio all’apertura di nuovi centri diagnostici. A svolgere il ruolo di advisor finanziario dell’operazione è la Ernst& Young. In particolare, il team M&A di EY ha assistito gli azionisti di Sdn (MPVenture, Imi fondi chiusi, Centrobanca e la famiglia fondatrice) nella cessione del 100 per cento della Sdn a Labco Sa.Nata in Francia nel 2002, la Labco è divenuta in pochi anni leader europeo della diagnostica medica grazie ad un modello aziendale innovativo di partnership medica, che coniuga l’eccellenza e la condivisione della ricerca con la diagnostica dei laboratori territoriali e con l’efficienza del management.
Con l’integrazione dell’Istituto Baluardo di Genova, con sedi in tutta la Liguria, e di Cam Centro Analisi Monza, struttura di riferimento a livello nazionale e uno dei primi quattro laboratori italiani, in questi ultimi anni Labcoè diventatouno dei gruppi più forti del mercato sanitario italiano.
“Essere stati individuati come un modello da seguire ed esportare anche in altre regioni italiane e in altri Paesi europei - spiega Salvatore Matilde Mansi , amministratore dell’Istituto Sdn - rappresenta un grande premio per i 40 anni di lavoro che abbiamo svolto sul territorio campano senza timore di investire sui nostri giovani migliori. Sono proprio loro che oggi raccolgono il frutto di un sistema virtuoso che ha saputo unire il rigore della ricerca alla continua innovazione tecnologica, dimostrando che, quando si fanno scelte oculate sostenute da una progettualità precisa e ben strutturata, si può avere successo anche e soprattutto in Campania e al Sud, dove ci sono straordinarie risorse umane, che devono solo essere valorizzate adeguatamente”.
Eduardo Cagnazzi (leggi l’articolo completo su PORTO&diporto Settembre 2014)