In un periodo di crisi economica e di valori l’apporto qualificato del mondo professionale appare fondamentale per proporre soluzioni concrete alla crescita e allo sviluppo economico - ha dichiarato Giovanni De Mari, Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali, a margine del Workshop dal Titolo "Semplificazione e armonizzazione delle procedure doganali nel porto di Taranto" - I nostri nodi logistici, ed i porti in particolare,
considerato il fatto che gran parte dei traffici è canalizzata attraverso di essi, devono aumentare la loro capacità di attrazione dei traffici e per recuperare quei volumi di merci che attualmente transitano per altri scali portuali europei capaci di offrire migliori servizi e tempi più rapidi di sdoganamento delle merci.
Se infatti è pur vero che una logistica efficiente dipende principalmente dagli investimenti nelle infrastrutture fisiche materiali, non v’è alcun dubbio che la competitività di uno scalo dipenda anche dalla sua capacità di consentire il rapido afflusso e deflusso delle merci, affinché queste siano distribuite e consegnate sul mercato in tempi rapidi, ma soprattutto certi. Bisogna, quindi, prestare maggiore attenzione alla valorizzazione di una logistica intesa come “risorsa distributiva”, ma anche a servizi ed attività che risiedono nel “momento doganale” che è il momento in cui confluiscono tutti i controlli effettuati dai vari organismi istituzionali (18 enti in Italia) preposti alla vigilanza sull’interscambio delle merci e non può essere considerato avulso dalla realtà degli scambi internazionali.
Esso deve divenire il nucleo centrale di tutte quelle attività tese non solo a presidiare la regolarità e la sicurezza degli scambi internazionali, ma anche ad assicurarne lo sviluppo. Noi - continua De Mari - crediamo che la situazione descritta possa essere corretta nell’immediato con alcune azioni quali, ad esempio la piena attuazione delle sportello unico doganale (one stop shop) ed il pre-clearing o sdoganamento in mare.
Il concetto di sportello unico (“one stop shop”), è una delle novità di maggior rilievo in campo doganale disposte dalla legge finanziaria per il 2004 (l. 350/2003) che si sostanzia in una concentrazione dei controlli sulle merci da parte di tutte le autorità competenti, in un unico contesto spazio-temporale e consente di rimediare alla segmentazione di competenze che caratterizza il nostro Paese.
Il pre-clearing o sdoganamento in mare si prefigge di anticipare la presentazione della dichiarazione doganale rispetto ai tempi di arrivo della nave in porto, così da consentire lo sdoganamento della merce quando la stessa è in fase di approdo. Negli ultimi mesi stiamo assistendo all’implementazione e sperimentazione di questi due progetti, la cui regia è affidata all’Agenzia delle Dogane, che mirano ad una significativa trasformazione dei processi e delle procedure che regolano il transito delle merci nei porti.
Siamo inoltre consapevoli che questi progetti, come altri devono tuttavia essere considerati come segmenti di un unico percorso ed essere concatenati tra loro, rendendoli funzionali ad una stessa strategia di Sistema paese per affrontare le sfide dei mercati internazionali.
considerato il fatto che gran parte dei traffici è canalizzata attraverso di essi, devono aumentare la loro capacità di attrazione dei traffici e per recuperare quei volumi di merci che attualmente transitano per altri scali portuali europei capaci di offrire migliori servizi e tempi più rapidi di sdoganamento delle merci.
Se infatti è pur vero che una logistica efficiente dipende principalmente dagli investimenti nelle infrastrutture fisiche materiali, non v’è alcun dubbio che la competitività di uno scalo dipenda anche dalla sua capacità di consentire il rapido afflusso e deflusso delle merci, affinché queste siano distribuite e consegnate sul mercato in tempi rapidi, ma soprattutto certi. Bisogna, quindi, prestare maggiore attenzione alla valorizzazione di una logistica intesa come “risorsa distributiva”, ma anche a servizi ed attività che risiedono nel “momento doganale” che è il momento in cui confluiscono tutti i controlli effettuati dai vari organismi istituzionali (18 enti in Italia) preposti alla vigilanza sull’interscambio delle merci e non può essere considerato avulso dalla realtà degli scambi internazionali.
Esso deve divenire il nucleo centrale di tutte quelle attività tese non solo a presidiare la regolarità e la sicurezza degli scambi internazionali, ma anche ad assicurarne lo sviluppo. Noi - continua De Mari - crediamo che la situazione descritta possa essere corretta nell’immediato con alcune azioni quali, ad esempio la piena attuazione delle sportello unico doganale (one stop shop) ed il pre-clearing o sdoganamento in mare.
Il concetto di sportello unico (“one stop shop”), è una delle novità di maggior rilievo in campo doganale disposte dalla legge finanziaria per il 2004 (l. 350/2003) che si sostanzia in una concentrazione dei controlli sulle merci da parte di tutte le autorità competenti, in un unico contesto spazio-temporale e consente di rimediare alla segmentazione di competenze che caratterizza il nostro Paese.
Il pre-clearing o sdoganamento in mare si prefigge di anticipare la presentazione della dichiarazione doganale rispetto ai tempi di arrivo della nave in porto, così da consentire lo sdoganamento della merce quando la stessa è in fase di approdo. Negli ultimi mesi stiamo assistendo all’implementazione e sperimentazione di questi due progetti, la cui regia è affidata all’Agenzia delle Dogane, che mirano ad una significativa trasformazione dei processi e delle procedure che regolano il transito delle merci nei porti.
Siamo inoltre consapevoli che questi progetti, come altri devono tuttavia essere considerati come segmenti di un unico percorso ed essere concatenati tra loro, rendendoli funzionali ad una stessa strategia di Sistema paese per affrontare le sfide dei mercati internazionali.