sostanza il governo deve rivedere quelle che vengono considerate scellerate scelte politiche in materia energetica. In effetti oltre 12mila kmq nell’adriatico centro meridionale di parte italiana sono interessati da attività di esplorazioni e di ricerca di petroli con la presenza di otto piattaforme attive da cui sono state estratte durante lo scorso anno 420mila tonnellate di greggio, pari ad oltre la metà del totale nazionale estratto dai fondali marini. Inoltre due nuove piattaforme risultano in iter di autorizzazione, una per la Medoligas e un’altra per l’Agip mentre nell’alto Adriatico sono già presenti 39 concessioni per impianti destinati all’estrazione di gas che producono il 70% del metano estratto dai mari italiani.
A questa situazione, considerata da Legambiente altamente pericolosa per la sicurezza del Mar Adriatico, si sovrappongo le iniziative portate avanti sulla sponda croata con circa 2000 kmq di specchi acquei che andranno a gara entro la fine di questo anno: rischi enormi per l’ecosistema adriatico, a fronte, secondo Legambiente, di risultati irrisori sul futuro energetico del nostro paese.