generale dei prezzi al consumo che nel periodo è stata del 5,3%. A tirare su i prezzi sono stati principalmente carburanti e servizi pubblici. Il gasolio per mezzi di trasporto è aumentato di oltre 18 punti percentuali ed insieme al trasporto aereo detiene il record degli aumenti. Importanti i ritocchi ai listini dei pedaggi e dei parchimetri (+13,8%), così come ai trasporti urbani che fanno registrare aumenti al di sopra dell’11%. Più dieci per cento gli ingressi in musei e gallerie.
Queste sono le voci che presentano incrementi al di sopra del valore medio del paniere di beni e servizi presi in esame. A seguire ci sono le corse dei taxi (+8,6%) ed i gelati, sia industriali che artigianali (+8,3%). Oltre due punti più sotto, al 6%, gli aumenti dei servizi erogati dagli stabilimenti balneari. I listini delle consumazioni al bar (caffè, cappuccino, snack, bibite) si sono mossi più o meno come l’indice generale dei prezzi al consumo, mentre al di sotto troviamo i servizi più importanti per i turisti, soprattutto in considerazione della loro incidenza sul budget della vacanza.
Pizza e bibita in pizzeria sono aumentati del 5%, mezzo punto in meno un pasto al ristorante. Decisamente contenuti gli aumenti di una camera in pensione ed addirittura in calo quelli negli alberghi. Nei servizi ricettivi risultano piuttosto vivaci, al contrario, i prezzi di bed&breakfast ed alloggi agrituristici. “E’ paradossale – incalza il Presidente di Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani – che gli unici prezzi freddi nel turismo siano proprio quelli di servizi fondamentali come ristorazione ed alloggi.
Chi vive di mercato è testimone delle difficoltà che il turismo attraversa ed assume comportamenti adeguati alla congiuntura. Grande disinvoltura dobbiamo registrare, invece, nei listini dei servizi pubblici, dove alcuni aumenti sono assolutamente fuori misura. E pensare che in questi giorni – prosegue Stoppani - abbiamo assistito, nel pieno della stagione turistica, ad un’inutile e dannosa polemica sui prezzi di alberghi e ristoranti, peraltro alimentata anche da chi farebbe meglio a moderare i listini dei propri agriturismo, anziché disorientare i turisti con dati fantasiosi”.