anche pronti ad impugnare sul piano legale quella intesa in caso di inadempienza”. Luca Zaia, presidente del Veneto, ha riassunto con queste parole la posizione sua e della Giunta regione incontrando stamani a palazzo Balbi i lavoratori degli stabilimenti Eni di Marghera al termine dell’incontro avuto con l’assessore al lavoro Elena Donazzan.
C’è infatti molta preoccupazione per le incertezze sulle intenzioni dell’ENI relative alla chimica e per le ipotesi di una dismissione dall’area industriale veneziana. Domani i lavoratori dell’ENI di tutta Italia saranno in sciopero e manifesteranno davanti a Palazzo Chigi, dove sarà presente anche una delegazione veneziana. Mercoledì lo stesso assessore Donazzan sarà a Roma e solleverà la questione al Ministero dello Sviluppo Economico. In questo scenario la Regione del Veneto è schierata a fianco dei lavoratori di Marghera, sulla base di impegni sottoscritti formalmente dalle parti.
“Noi non abbiamo firmato l’accordo per hobby – ha detto Zaia – perché dietro quell’accordo c’è la salvaguardia di duemilacinquecento posti di lavoro. Noi siamo rispettosi degli impegni che ci prendiamo e chiediamo che anche la controparte li rispetti”.
“Quell’accordo era il punto di arrivo di una trattativa difficile – ha incalzato Donazzan – dove il Veneto aveva già rinunciato a molto. In ogni caso come Regione noi abbiamo rispettato gli impegni sottoscritti e vogliamo che l’ENI faccia altrettanto. Porto Marghera per noi ha una vocazione industriale, la chimica per noi continua a essere un settore strategico e che quell’accordo prevedeva degli impegni precisi. Eni non può permettersi di disattenderli unilateralmente”.