SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), Centro Einaudi e Unione Industriali di Napoli hanno presentato oggi in un seminario il Primo Rapporto Giorgio Rota su Napoli dal titolo “Ci vuole una terra per vedere il mare” realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo.
Il rapporto analizza tra l’altro il cruciale ruolo delle infrastrutture di interconnessione all’interno del più ampio bacino dell’area metropolitana. I progetti e le politiche in campo più rilevanti vengono illustrati attraverso l’interlocuzione con tre fra i principali rappresentanti della domanda e offerta di infrastrutture di connessione e di trasporto: l’industria, il mondo delle costruzioni e il sistema portuale. La ricerca, infine, si chiude con un approfondimento di tipo comparativo fra Napoli e altre città italiane ed europee confrontabili, condotto su basi dati ed evidenze di
natura quantitativa.Napoli è la 3° città italiana per Pil dopo Milano e Roma; è inoltre la 26° città in Europa (su 115). Il Pil Napoletano è pari a 61,8 miliardi di dollari, superiore alla Slovenia e paragonabile a Praga, Helsinki, Copenaghen e Zurigo.
Napoli però è anche la 5° città europea per crescita del tasso di disoccupazione durante la crisi con un tasso al 2013 pari al 25,8% (la disoccupazione giovanile è salita al 56,3%). Non solo, a Napoli ad esempio il numero di brevetti è tra i più bassi dell’Unione Europea, 10,8 brevetti per 1 milione di abitanti, ed è al di sotto della media Italia (70).
Secondo il report restano strategiche le aree di Bagnoli e Napoli est per il rilancio produttivo ed economico dell’area. Il Porto deve essere poi al centro delle politiche di sviluppo della città sia come strumento del commercio internazionale che come canale per il turismo.
Turismo e Cultura restano dei driver importanti per la crescita dell’intera area metropolitana ed in questa ottica la soluzione del “problema Pompei” rappresenta un fattore chiave per il rilancio dell’immagine complessiva della città.
Nel futuro sarà fondamentale vincere le sfide della programmazione 2014-2020 e adottare misure incentrate sulla realizzazione di infrastrutture che favoriscano la connessione intra e internazionale. Ne emerge una Napoli dove esiste capacità produttiva, industriale e artigianale di grande qualità e che rappresenta per il Mezzogiorno ancora un potenziale fattore di crescita culturale e sociale di livello internazionale.