Già a Settembre dello scorso anno, col rinnovo del Consiglio Direttivo e la nuova Presidenza, la sezione l'International Propeller Club Port of Trieste ha dato vita ad un ciclo di incontri con l'intenzione di toccare le tematiche più
importanti relative allo sviluppo del Porto di Trieste nel suo complesso. L'obiettivo era e rimane quello di informare anche il grande pubblico su una realtà spesso poco conosciuta ma di fondamentale importanza per lo sviluppo economico della città : il Porto. Il primo incontro, in realtà, è stato dedicato all'area del Porto Vecchio, oggi destinata ad essere sviluppata come zona di espansione del tessuto urbano. La conviviale ha fornito però l'occasione di parlare di una caratteristica estremamente importante per lo scalo triestino: il regime di Punto Franco. Per poter sfruttare ancor meglio quella che è già un'opportunità per il porto e per chi si serve di esso, è necessaria un'applicazione più precisa del regime stesso, per dare a tutti la certezza del diritto che, mi pare, in questo Paese ancora non c'è. Negli incontri successivi, dopo un interessantissimo dibattito sul tema del traffico passeggeri, potenzialmente una risorsa ma ancora troppo poco sviluppato per Trieste, la serata di gennaio dedicata alla presentazione del libro di Sergio Bologna, “BANCHE E CRISI: dal petrolio al container”, si è rivelata un'occasione per fare il punto su diverse tematiche in relazione anche con lo scalo triestino. Si è parlato anche della “follia” - come è stata definita dai vari esperti relatori presenti all'incontro – del terminal off shore proposto dall'Autorità portuale di Venezia. Si è anche parlato degli effetti del “gigantismo navale”, delle sue necessità e ricadute ed evidenziando, ancora una volta, la mancanza di “una politica delle scelte” da parte della nazione Italia che concentri gli investimenti delle poche risorse pubbliche disponibili ed insieme ai privati su pochi e selezionati porti “scelti” dal mercato e dai traffici e non con il perdurare di inutili investimenti “a pioggia”. In quella serata si è parlato molto anche di ferrovia come “prolungamento” del braccio delle gru per un terminal. Per questo abbiamo evidenziato quanto sia importante incrementare l’utilizzo delle attuali infrastrutture ferroviarie che hanno ulteriore capacità rispetto all’utilizzo attuale. Bisogna che si investa in questo senso per agevolare l’ ulteriore crescita dei traffici. Così come è importante che la politica si muova unita per lo sviluppo del Porto di Trieste, evitando sprechi e compiendo scelte precise”.
Fabrizio Zerbini
Presidente Propeller Club Port of Trieste
(leggi l’articolo completo su PORTO&diporto Giugno 2014)
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