Veneia: le categorie, preoccupazione per le mancate decisioni


Confindustria Venezia, Confartigianato Venezia, CNA Venezia, Confcommercio Venezia, Confesercenti Venezia, Coldiretti Venezia, CGIL Venezia, CISL Venezia, UIL Venezia, Camera di Commercio I.A.A. di
Venezia, Venezia Terminal Passeggeri SpA e Autorità Portuale di Venezia riunite collegialmente hanno espresso una forte preoccupazione per l’indecisione del Governo in merito alla via alternativa per giungere alla Marittima. Una decisione, attesa da oltre due anni e più volte discussa in occasioni formali e informali, ma che ancora si sta facendo attendere.

 Una mancata presa di posizione del Governo, o ulteriori ritardi nella decisione definitiva, avrebbero la sola conseguenza di offrire una soluzione automatica al problema: le navi abbandonerebbero Venezia che perderebbe così l’intero comparto crocieristico e, con esso, l’economia e l’occupazione correlata a beneficio di altri porti, non italiani. Alla notizia che dalla stagione 2015, alcune navi (13 toccate per circa 100mila passeggeri) hanno già autonomamente deciso di spostare l’Home Port da Venezia ad Atene e Istanbul, le Categorie confermano l’urgenza di una immediata e corretta comparazione delle vie navigabili alternative e praticabili attraverso l’iter indicato lo scorso 5 novembre 2013: incardinare in una procedura di valutazione di impatto ambientale nei tempi previsti dalla Legge Obiettivo un progetto preliminare di una nuova via di accesso alla stazione di Marittima.

 Procedura che garantisce tempi certi e la corretta comparazione delle ipotesi alternative in modo che la decisione finale sia presa sulla base di elementi tecnici e non dietro la spinta di sentimentalismi, o peggio, di pressioni politiche. Soluzione che non può essere rappresentata dal progetto di adeguamento del canale Vittorio Emanuele III, soluzione che presenta limiti tecnici di navigabilità non ovviabili nell’immediato e che quindi viene vissuto come un mero preludio, o escamotage, al trasferimento della crocieristica a Marghera a detrimento del traffico commerciale, delle aziende che vi risiedono e dell’occupazione dell’intera area.

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