occupazionali a livello di shipping nazionale alla platea presente in sala e costituita da oltre 200 delegati provenienti da 15 nazioni in rappresentanza di armatori, noleggiatori, brokers, istituti di credito, assicuratori e consulenti.
“Mare Forum celebra 10 anni. Il settore marittimo esiste da millenni, ma ogni anno ci riserva nuove sorprese e spunti di riflessione” ha commentato Manuel Grimaldi.
Nel corso della sessione di apertura - moderata da Ugo Salerno, Presidente & CEO del RINA –quattro sono stati i punti cardine in discussione: evoluzione della crescita economica globale; sviluppo industriale navale: apertura a nuovi investitori? mutevoli scenari nell’approvvigionamento energetico; nuovi regolamenti e nuove tecnologie.
L’interesse è stato principalmente catturato dal tema del “Private Equity”: l’apertura a terzi investitori del business armatoriale che, in Italia – come in molti altri Paesi – è tradizionalmente a vocazione e conduzione familiare, può essere un rischio oppure un’opportunità?
La domanda, posta dapprima al panel e successivamente alla platea, ha suscitato un vivace dibattito da cui sono emerse differenti quanto interessanti opinioni.
Mariella Bottiglieri, Amministratore Delegato della Giuseppe Bottiglieri Shipping Co. spa, ha sottolineato come lo scope business di un “Private Equity”, da un lato, e delle aziende a conduzione familiare, dall’altro, differisca significativamente in termini temporali: il primo è interessato a conseguire un ritorno sull’investimento in un’ottica - prevalentemente - di breve periodo, mentre le seconde sono finalizzate alla conservazione e al consolidamento dell’azienda nel lungo periodo.
Successivamente, Giuseppe Mauro Rizzo, CEO RBD Armatori, ha fatto notare quanto il “Private Equity” sia diventato popolare soltanto allorquando il sistema bancario, tradizionalmente inteso, ha mostrato minore sostegno creditizio alle stesse aziende.