Con la trasformazione della nautica da diporto in fenomeno di massa a livello mondiale emergono nuovi problemi anche di tipo ambientale in merito alla gestione dei trattamenti di fine vita di migliaia di imbarcazioni, di stampi ricche di prodotti complessi che debbono essere risolti sulla
base di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Questo il tema che nella sede del CNR è stato trattato nell’ambito del workshop “End of life of recreational crafts Dismantling and recycling : social, environmental and economic benefiits” con la presenza di Cosimo Carfagna direttore IPCB-CNR, Luigi Ambrosio, direttore del dipartimento Scienze chimiche e tecnologie dei materiali del CNR, di Maurizio Avella e Gennaro Gentile dell’ICB-CNR che hanno introdotto la tavola rotonda cui ha partecipato, tra gli altri il presidente di Assomarinas e presidente dell’ICOMIA Marina Group, organizzazione mondiale dei porti turistici che sta preparando la conferenza di Istambul (2-3 giugno 2014) Roberto Perocchio.
Un interessante confronto dal quale è emersa l’esigenza di passare dai progetti pilota dei vari paesi europei a delle vere e proprie realizzazioni – come proposto dal progetto End Life Boats di UCINA – di una serie di piattaforme con impianti per il disassemblaggio delle unità da diporto e degli stampi usati per la loro costruzione e la realizzazione di impianti per la trasformazione dei rifiuti e scarti di FRB (fiber reinforced plastics) e di EPS (Polistirolo) che, una volta lavorati, potrebbero creare nuovi prodotti plastici dalle caratteristiche tecniche ed estetiche molto interessanti.
Dunque da smaltimento e riciclo e reimpiego del materiale prodotto si creerà nuova ricchezza e posti di lavoro anziché solo costi per materiali a perdere.
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