quest'anno ben tre Regioni, hanno annunciato il mancato rinnovo del contratto con Trenitalia (6 anni rinnovabili di altri 6 alla fine del 2014).
Abruzzo, Toscana e Veneto, metteranno a gara il servizio di trasporto pubblico. Il problema però è come, perché il quadro normativo esistente tende a salvaguardare “l'incumbent” Trenitalia e le esperienze finora tentate hanno dato risultati del tutto deludenti.
Il valore del servizio è significativo: in Abruzzo è pari a circa 57,3 milioni di euro per 4,3 milioni di treni/km/anno, in Toscana 237,7 milioni di euro l'anno per 22,83 mln di treni/km/anno e in Veneto circa 158 milioni di euro per 15,4 milioni di treni/km/anno. Per garantire questi livelli di servizio, servono centinaia tra elettrotreni, locomotive e carrozze, ma anche officine e depositi. E la legge non obbliga Trenitalia, in caso non vinca la gara, a lasciare all'operatore “incoming” questi asset che non sono considerati strategici (mentre il personale la clausola sociale potrebbe essere assunto dal nuovo operatore.
Ne consegue, che alla difficoltà per il nuovo entrante di organizzare un servizio da zero, si somma la necessità di procurarsi in tempi brevi una quantità di materiale rotabile che le industrie del settore non sono in grado di produrre così velocemente.
Secondo alcuni osservatori anche l'investimento richiesto, a fronte di una durata contrattuale limitata, può essere un freno, anche se risolvibile con una “indennità di subentro” che tenga conto del valore residuo della flotta in caso di non rinnovo contrattuale.
Franco Tanel
(leggi l’articolo completo si PORTO&diporto Gennaio 2014)