dai ricercatori del Politecnico federale di Zurigo che si sono avvalsi della struttura europea per la luce Esrf – European Synchrotron Radiation Facility. Secondo i risultati di questo studio l’innesco di queste “bombe” geologiche sarebbe l’aumento della pressione nella camera magmatica escludendo quindi fattori esterni, come terremoti o movimenti delle falde.
L’eruzione dei supervulcani sarebbe messo in moto esclusivamente dall’aumento di pressione generato dalla diversa densità delle rocce solidificate nei confronti del magma liquido; l’innalzamento della pressione nel serbatoio del supervulcano potrebbe arrivare fino a 36mila atmosfere e generare temperature vicine ai 1700 gradi, l’esplosione che ne seguirebbe sarebbe capace di fratturare uno strato di crosta terrestre spesso anche 10 chilometri.