induzione alle varie fermate e soprattutto quando arriveranno al capolinea. La novità è la ricarica che avverrà senza la necessità di cavi, bensì sfruttando la tecnologia wireless. Grazie a speciali piastre installate in ciascuna fermata e al capolinea, l’energia sarà trasmessa per induzione.
Il nuovo sistema, denominato Primove (mobilità elettrica senza fili), è già stato sperimentato con successo in Germania nella cittadina di Mannheim. I tempi di percorrenza delle varie tratte, dovuti alle ricariche, non subiranno variazioni. Il momento della ricarica è così rapido che non consentirà ai passeggeri di accorgersene. L’altro progetto si chiama ULTra sustainable personal transit e, anche in questo caso, si tratta di un avveniristico e funzionale sistema di trasporto pubblico locale adottato in Gran Bretagna e alimentato da energia elettrica, pulita e sostenibile. I mezzi sono telegestiti e guidati da remoto da stazione operativa centralizzata e rete internet.
Esempi di utilizzo se ne hanno all'aeroporto di Heathrow a Londra e nella cittadina di Milton Keynes, sempre nelle vicinanze della capitale britannica. Si tratta di un servizio nato da un'applicazione emobility di ULTra PRT, in joint venture con DAA, che prevede l'uso pubblico di una “pod car” in grado di trasportare un gruppo di quattro-sei persone e i loro bagagli. Le vetture, caratterizzate da un design accattivante, sembrano uscite da un film di fantascienza: cabine ovali senza conducente, ampie vetrate, marcia silenziosa, motore elettrico in grado di raggiungere velocità di 40 chilometri all’ora.
Dopo aver atteso il mezzo alla stazione e selezionato la loro destinazione, i passeggeri si trasferiranno al terminal dedicato a questo tipo di servizio per imbarcarsi sulla “pod car”. Il progetto, dal costo di 104 milioni di dollari, prevede la realizzazione di infrastrutture di trasporto dedicate all'emobility da completare entro il 2017. Il costo del trasporto non è nemmeno elevato: sarà prenotabile tramite applicazione su smartphone/tablet al costo di 3,20 dollari.
Eduardo Cagnazzi