contano sei negli ultimi due anni, ha portato le autorità australiane alla drastica decisione che al momento è fortemente osteggiata da gruppi ambientalisti e organizzazioni radicali che minacciano azioni di sabotaggio contro le file di grandi ami con esche sospese a barili galleggianti.
Gli ambientalisti sono convinti che uccidere in massa gli squali non servirà a prevenire gli attacchi ai bagnanti da parte degli squali mentre sicuramente metterà a rischio l’ecosistema marino e la sopravvivenza dello squalo bianco, specie protetta. Intanto alcuni gruppi più estremisti sembra si stiano coalizzando con l’intenzione dichiarata di violare la legge e di promuovere anche azioni eclatanti come legarsi alle barche dei pescatori o tuffarsi ad un chilometro dal bagnasciuga per rimuovere gli ami e le esche.