crocieristica in Laguna.
Oltre al divieto del passaggio dei traghetti dal 1° gennaio 2014 che già ridurrà di 416 transiti nel Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca, si prevede la riduzione fino al 20%, rispetto al traffico 2012 del numero di navi superiori alle 40.000 GRT, e dal 1° novembre 2014 la totale preclusione delle navi superiori alle 96.000 GRT. Ciò può comportare per il 2014 una perdita di 48 approdi, corrispondenti ad una perdita di 323.107 passeggeri (-19% rispetto alle previsioni di traffico del 2014) e dal 2015 una previsione di perdita di 174 approdi, corrispondenti ad una perdita di 1.037.397 passeggeri (-60% rispetto alle previsioni di traffico del 2014). In aggiunta, per effetto della prevista riduzione dello stazionamento giornaliero massimo a 5 navi superiori alle 40.000 GRT, si stima una ulteriore perdita di 8.408 passeggeri; l’applicazione delle sopracitate norme avrà le conseguenze proporzionalmente stimabili:- per il 2014: perdita di € 82,5 milioni di spesa diretta locale e indotto, con conseguente perdita di 808 occupati;- e a partire dal 2015: perdita di € 260 milioni/annuidi spesa diretta locale e indotto, con conseguente perdita di 2.553 occupati.Tale danno potrà essere mitigato unicamente dalla del tutto ipotetica collaborazione delle compagnie di crociera che potranno decidere - qualora la propria flotta lo consentisse, visto che l’88% del parco navi mondiale è rappresentato da unità al di sopra delle 40.000 GRT - di posizionare a Venezia navi compatibili con i divieti sopraesposti.Al momento le principali compagnie crocieristiche (Costa Crociere, Royal Caribbean Cruises Ltd, Norwegian Cruise Line) con interessi sul porto di Venezia hanno commentato in maniera unitaria le decisioni governative tramite la voce della CLIA.
In relazione al tavolo di confronto sul tema delle grandi navi a Venezia tenutosi ieri a Roma, CLIA, associazione di riferimento del comparto crocieristico nel mondo, valuta positivamente l’impegno mostrato dai rappresentanti delle Istituzioni presenti nella ricerca di una soluzione sostenibile e di lungo periodo per la città, obiettivo condiviso dalla stessa industria. L’Associazione ritiene infatti decisivo che figure istituzionali di tale importanza a livello nazionale si siano spesi personalmente nella ricerca di una soluzione che possa conciliare le necessità del settore con le esigenze e le peculiarità della città. Così come Venezia rappresenta una destinazione importante per il nostro settore, le crociere costituiscono infatti un fattore chiave nell’economia legata al turismo della città.Purtroppo la soluzione indicata dal vertice romano, cioè lo scavo del nuovo canale, sembra un percorso pieno di difficoltà dove non sono state indicate tempistiche certe con probabile dilazione nel tempo della sua realizzazione. Infatti VTP esprime tutta la sua preoccupazione anche su quest’aspetto.
Vi sono infine perplessità in merito alla durata dei suddetti divieti poiché, pur avendo indicato come nuova via alternativa lo scavo del Canale Contorta-S.Angelo, nella valutazione di impatto ambientale dovranno essere considerate eventuali soluzioni alternative. Tale affermazione conferma il notorio contrasto di opinioni in merito a quale sia la via alternativa da percorrere, lasciando del tutto incerti i tempi per arrivare ad una vera soluzione, con il risultato che l’incertezza si potrebbe tradurre in breve in una gravissima crisi del Porto crociere di Marittima.Se per ora le compagnie armatrici non si sono espresse negativamente su questa decisone, chi altro ha accolto in maniera positiva le decisioni romane? Sicuramente il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, il più grande oppositore del transito delle navi nella Giudecca, ma anche il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa che ha espresso soddisfazione per l’avallo allo studio per la realizzazione dello scavo del Canale Contorta, da sempre da lui perorato. Invece sia il comitato Cruise Venice (a favore delle navi) che il movimento No Grandi Navi hanno accolto negativamente le decisioni di Roma ed entrambi promettono battaglia nei prossimi mesi, come le allarmate rappresentanze sindacali che temono la scure dei tagli al personale impiegato nell’industria crocieristica veneziana.
Matteo Martinuzzi