vigilanza), Francesco Rampi, che sollecita una valutazione delle criticità che dal 2014 – qualora fosse approvato l’attuale testo del ddl n. 1120 – peseranno sulle attività di ricerca, prevenzione, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo.
“Solo pochi giorni fa il presidente della Repubblica ha ribadito il suo autorevole pensiero in merito al tema della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, evidenziando la prioritaria esigenza di sviluppare la cultura e le prassi della prevenzione, al fine di ridurre gli infortuni e le malattie professionali – afferma Rampi – Proprio alla luce di questo auspicio, che condividiamo in modo pieno e convinto, dobbiamo constatare quanto sia concreto il pericolo che l’Istituto in futuro, a fronte della considerevole riduzione delle risorse disponibili prevista dalla legge di stabilità, possa garantire ai propri assistiti esclusivamente le prestazioni economiche. Tutto questo comporterà una significativa contrazione delle attività di ricerca e innovazione tecnologica a supporto delle politiche di prevenzione, del sostegno economico alle imprese che investono in sicurezza e delle prestazioni di carattere sanitario, finalizzate alla riabilitazione e al reinserimento sociale lavorativo”.Il presidente del Civ non vuole in alcun modo che “l’Istituto si sottragga dal fornire il proprio contributo alle politiche economiche del Governo”, soprattutto nell’attuale e grave contingenza che affligge il Paese.
“Valutando congiuntamente agli altri Organi dell’Istituto le risultanze economico-finanziarie desumibili dal bilancio consuntivo 2012 e quelle prevedibili del bilancio 2013 – aggiunge Rampi – e tenuto conto della graduale attuazione dei nuovi compiti attribuiti all’Istituto dal decreto legislativo n. 106/2009, si ritiene possibile mettere a disposizione, in via sperimentale e per il biennio 2014/2015, complessivamente circa un miliardo di euro da destinare alle politiche per il contenimento del costo del lavoro e per l’equità sociale”.Lo stanziamento di questa cifra a favore della riduzione del cuneo fiscale potrà consentire all’Inail, al contempo, anche l’assolvimento delle missioni di rilevanza sociale che gli competono per legge, senza rischiare di comprometterne l’incisività e i risultati.
“Con tali risorse si può garantire una più consistente premialità a favore delle imprese concretamente impegnate nel miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e risolvere storiche, gravi, criticità – conclude Rampi – Tra queste, evidenziamo l'iniquo valore delle prestazioni economiche per i familiari dei caduti sul lavoro e la necessità di recupero del valore d’acquisto delle rendite erogate ai lavoratori infortunati e tecnopatici, prive di un adeguato sistema di rivalutazione”.