massimo di 40 ore. Attualmente sono 40 gli iscritti in rappresentanza di 4 nazioni: 20 concorrenti dall’Italia, 4 provenienti dalla Germania, 4
dall’Austria e 12 atleti di casa, tra cui il fortissimo Adilson Fortes Spencer Varela vincitore di quattro edizioni. Tra gli atleti italiani al via quest’anno ci sarà Giacomino Jack Barbacetto, aficionado della Boa Vista, ha al suo attivo 3 edizioni della Ultramarathon, quest’anno per problemi fisici ha deciso di partecipare alla Ecomarathon di 42 km in veste di “accompagnatore” della fidanzata Laura, al suo esordio nelle gare. Friulano doc, 46 anni, di cui sette da ultramaratoneta, da Verzegnis provincia di Udine ricorda così la sua prima Boa Vista:
«Poterla girare in lungo e in largo a piedi è davvero un privilegio per pochi eletti in quanto l’isola racchiude una natura incontaminata che credo si possa trovare in pochissimi posti. Io, che provengo da un paesino di montagna, sono rimasto forse più stupito degli altri nel vedere queste immense spiagge vergini costeggiate da un mare trasparente color turchese». Ma non solo, Giacomino ci racconta cosa significhi per lui correre questo ultratrail: «La Boa Vista Ultramarathon non è solo una sfida contro te stesso, non è solo fatica e dolori, è una lezione di vita che ti conduce nei momenti di maggior difficoltà ad essere quello che veramente sei, non puoi imbrogliare, se sei sincero con te stesso sei anche in pace e corri sereno fin dove la mente ti vuole portare. Ne ho fatte diverse di gare ultra, molte perfettamente organizzate e stupende, ma questa ha qualcosa in più oltre all’incantevole paesaggio».Ed è della stessa idea Andrea Palma, 41 anni di Roma, impiegato in un istituto bancario di Milano partito nel 2011 con l’idea di sopravvivere è ritornato con un’amicizia importante nata tra un passo e l’altro, con altri due runner con cui ha condiviso la sua prima Boa Vista Ultramarathon: Marco Lavezzari e Massimo Gessaga. E poi c’è la modenese Angela Verrini, corre da tre e ha all’attivo solo mezze maratone, ma ha deciso di condividere questa esperienza con l’amica Mila Romagnoli:
«Quando ho saputo che quest’anno era prevista la Eco Marathon di 42 Km mi sono lasciata coinvolgere spinta dall’idea che poteva essere un’esperienza importante per me come persona. Correre o camminare in un luogo che mi affascina, un paesaggio duro e selvaggio, lanciare lo sguardo verso un altro orizzonte, è difficile da spiegare in modo razionale ciò che si sente con il corpo quando si corre: un senso di libertà, di solitudine, ma anche di comunione con ciò che ti circonda. Quello che mi piace della corsa è vincere si una sfida personale, ma ancora di più farlo insieme a qualcuno a cui voglio bene e in questo caso sarò felice di arrivare in fondo alla gara insieme alla mia amica Mila, condividere con lei un esperienza di vita».