croce” è nato guardando una croce di legno nella Cappella Tolosa della Chiesa con cui Izzo si è confrontato come segno, simbolo e metafora. ”Gruccia in preghiera”, diventa un segno di interrogazione sulla fede mentre ”In viaggio” rappresenta una gita virtuale per ora economicamente impossibile. Con “Catalogo delle cime da scalare”, si è in presenza di un lavoro continuo, di catalogazione, appunto, di tutte le cime “inesistenti” con nomi immaginari. Il paragrafo “Uccello con le ali in tasca”, si presenta come una trascrizione manuale, dei nomi di tutti gli uccelli esistenti al mondo con relativa illustrazione della specie.
Con ”Il nascondiglio degli angeli”, l’artista, si rifà a Natalie Sarraute e alle sue conversazioni e sottoconversazioni, ai nostri pensieri non detti e che non emergono mai nei discorsi: un luogo mentale dove possiamo pensare si nascondano gli angeli.
“Oltre che pittore - spiega Izzo - sono anche lettore della specie bibliomane. Traccio dei segni a cui attribuisco un titolo suggerito dalle forme che intravedo. I titoli, l’archivio letterario dell’arte, mi forniscono il tema delle opere che siano quadri, installazioni, video e testi”.I lavori in mostra, intitolata “Capitorlo X”, sono scorci quotidiani che analizzano la realtà da differenti punti di osservazione, fino a rivelare la tangibile esperienza dello spazio e il comune modo di appartenergli. Le opere dell’artista napoletano, raccontano con segni e colori, come è possibile vivere in modo etereo e senza soluzione una continuità e contiguità spazio-temporale, legata al passato e al futuro, sebbene i diversi momenti siano vicini quanto lontani.