Con riferimento alla strumentale polemica sulle Navi da crociera a Venezia l’Associazione Agenti Raccomandatari e Mediatori Marittimi del Veneto in un comunicato stampa precisa che le navi che sono salpate da Venezia sabato 21 settembre hanno rispettato, come del resto fanno
sempre, tutte le norme vigenti in particolare quelle in materia di sicurezza della navigazione. In aggiunta, le prime quattro navi partite, come tutte, con almeno un'ora di ritardo, hanno una stazza lorda inferiore alle 40.000 tonn ed hanno atteso con portelloni chiusi e passeggeri attoniti alla ricerca di una spiegazione.
Spiegazione che appunto i nostri Associati, Agenti Raccomandatari degli armatori italiani e stranieri protagonisti involontari del blocco di sabato, hanno trovato grande imbarazzo e difficoltà a dare: per l'ennesima volta, pur operando nel rispetto delle regole, i passeggeri e gli armatori vengono lesi nei loro diritti per mano di chi usa azioni che di legale hanno ben poco.
Questa situazione è l'ennesima dimostrazione di come il nostro Paese possa essere sempre meno oggetto degli interessi di investitori esteri, data l'impossibilità di operare in un sistema di regole certe. Inoltre, si legge ancora nel comunicato stampa, considerata l'importante e strategica opportunità rappresentata dallo sviluppo del mercato delle crociere, tutti i sistemi portuali cercano di separare i flussi commerciali per l’appunto da quelli dei passeggeri. Questo avviene per una serie di motivi, in primis per motivi di decongestione del traffico, possibilità di crescita futura e non da ultimo sicurezza della navigazione.
Esempi di questo sono il porto di Bari, dove stanno spostando le banchine commerciali fuori dal centro, il porto di Civitavecchia che sta espandendosi su Fiumicino, il porto di Genova che ha banchine nel cuore pulsante della città, separate per il traffico commerciale e passeggeri, il porto di Ravenna che ha portato fuori dal canale il terminal passeggeri, appunto separando i due flussi. Vista la configurazione, le limitazioni e i volumi di traffico (circa 20 milioni di tonnellate) del porto commerciale di Marghera, l'approccio proposto da alcuni IMPROVVISATI TECNICI di unificare le due tipologie di traffici va palesemente verso una situazione deleteria per entrambi i traffici, con impossibilità di mantenere la programmazione oraria delle navi, con ritardi considerevoli in tutte le operazioni, con costi esorbitanti per i servizi tecnico-nautici ed i tempi persi, ma soprattutto con innegabili problemi di sicurezza data la compresenza di traffici naturalmente incompatibili.
L’apparente unica aspirazione dell’attuale Governo della Città di Venezia, tuttavia oramai espressamente palesata, è di appropriarsi del terminal crociere di marittima per adibirlo ad usi diversi cosi da non preservare complessivamente il valore fondamentale della portualita nell'economia della Città.
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