Non si sa ancora a chi toccheranno le operazioni di disassemblaggio e
smaltimento della Concordia ma la Toscana, regione “danneggiata” dall ‘incidente che ha offeso una delle “perle” del suo arcipelago, rischia di vedere dirottata la nave in un porto distante dal Giglio, magari straniero, mentre Piombino è a poche decine di miglia dal luogo del disastro.
Il governatore Enrico Rossi caldeggia l’intervento mentre il Governo ha stanziato ben 111 milioni di euro per finanziare il primo lotto di lavori per l’adeguamento dello scalo toscano ad accogliere il relitto.
Anche il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, candidato alla presidenza dell’Autorità Portuale di Piombino e dell’Elba, parteggia per la soluzione “toscana” .
“Entro novembre apriremo i cantieri e entro l’estate i lavori di adeguamento dello scalo saranno terminati portando i fondali a 20 metri, un pescaggio che ci permetterà di ormeggiare e operare sulla nave . Sarebbe assurdo, spiega Anselmi, portare fino a Palermo una nave, una volta rimessa in galleggiamento, che viaggia a due o tre nodi con quelli che sono i tempi e soprattutto i rischi da un punto di vista ambientale. Al di là della soluzione per le operazioni di smantellamento non si deve dimenticare che Piombino è un polo siderurgico che consentirebbe di rigenerare i metalli dello scafo. Appare assurda quindi qualsiasi altra soluzione che non sia dettata da motivi di interesse, certamente più economico che “tecnico”.
Da mesi intorno al relitto fervono i lavori, oltre 500 persone lavorano 24 ore su 24 mentre chiatte, pontoni e imbarcazioni creano un cantiere galleggiante sempre in movimento. La fase cruciale sarà quella di riportare la nave a galleggiare senza sezionarla per non far correre ulteriori rischi all’ambiente circostante. Sono 120 solo i sommozzatori che stanno realizzando sei piattaforme d’acciaio, tre delle quali pesano mille tonnellate e misurano 40 metri per un altezzza di 22 che si reggono su 21 pilastri. Su di esse si appoggerà il relitto quando si troverà in posizione verticale.
70 i carpentieri per le operazioni di saldatura dei cassoni allo scafo per il raddrizzamento, 60 i tecnici che monitorano costantemente l’habitat marino, 60 gli addetti al controllo e alla sicurezza delle operazioni. 10 i biologi e 50 gli ingegneri. Infine i marittimi che compongono gli equipaggi dei diversi mezzi navali impegnati nelle operazioni:140. Oltre mezzo miliardo, si dice, i costi sostenuti dalla Costa.
Ma lo spettacolo continua: si prevede l’arrivo di almeno 350 giornalisti da tutto il mondo.
Sabrina Bertini