“Sono lieto che anche il governo si accorga finalmente, nel menefreghismo e nella latitanza dell’Europa, dell’isola di Lampedusa e dei suoi abitanti che da anni, con spirito di solidarietà e tolleranza, accolgono migliaia di disperati gettati in mezzo al Mediterraneo dai trafficanti dei nuovi schiavi”Così il Presidente del Veneto, Luca Zaia, commenta l’adesione del ministro per la Pubblica Amministrazione, Giampiero D’Alia, alla campagna lanciata dal quotidiano dei vescovi, Avvenire, affinché Lampedusa e i lampedusani siano candidati al Nobel per la pace. “Ho aderito fra i primi all’iniziativa perché sono convinto che sul tema dell’immigrazione occorra una riflessione più alta e non confinata nel nostro territorio nazionale. L’immigrazione è un problema che riguarda tutta l’Europa e non soltanto l’Italia e Lampedusa.
Con i nostri 7 mila 450 chilometri di coste siamo l’approdo naturale dell’orrendo traffico di uomini e donne. E questo nell’indifferenza totale dell’Europa di Schengen i cui stati leader aprono e chiudono i confini a seconda delle convenienze, sospendendo il diritto, la legalità e l’umanità – riprende Zaia – Non possiamo continuare a lasciare soli i lampedusani, non possiamo lasciare sola l’Italia e le Regioni ad affrontare un fenomeno che è globale, come ha detto bene Papa Francesco parlando di globalizzazione dell’indifferenza.
Bisogna portare la questione in Parlamento e sui tavoli di Bruxelles, al Parlamento europeo, perché gli sbarchi dei disperati non si traducano in migliaia di drammi umani ma in opportunità di nuova vita e speranza per gli onesti che cercano lavoro e sostentamento, in rigido blocco per i disonesti. Come il nostro modello veneto di integrazione può insegnare a tutti”.