Si è tenuta a Milano, presso la sede centrale del Club Alpino Italiano, la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “In viaggio sulle Orobie”, alla presenza del Presidente generale del CAI Umberto Martini, del Consigliere nazionale del CAI Paolo Valoti e del Direttore della rivista “Orobie” Pino Capellini. L’evento prevede una quattro giorni di cammino, dal 11 al 14 luglio, sulle montagne bergamasche per dodici inediti compagni di viaggio, che hanno accettato di mettersi alla prova insieme condividendo rifugi, esperienze, racconti, cibo e la propria passione per la montagna.
La traversata è stata organizzata dalla rivista “Orobie” in collaborazione con la Sezione CAI di Bergamo per celebrare i 150 anni di fondazione del Club Alpino Italiano e il 140° anniversario dalla nascita della Sezione di Bergamo.
I partecipanti al trekking saranno persone di varia estrazione, accomunate dall'amore per le Terre alte: il decano degli alpinisti bergamaschi Mario Curnis, il giovane alpinista Paolo Grisa, il suonatore di corno Martin Mayes, il cuoco Ezio Gritti, il giornalista Leonardo Bizzaro, Marta Cassin, nipote e custode della memoria del grande alpinista Riccardo Cassin, il fotografo Matteo Zanga, l'urbanista e illustratore Albano Marcarini, la regista Paola Nessi, l'alpinista e insegnante Ruggero Meles, l'artista Sivio Combi. "Capo spedizione" ed esperto dei luoghi è Paolo Valoti, Presidente dell'Unione Bergamasca delle Sezioni e sottosezioni CAI e consigliere centrale del CAI.
Teatro dell’iniziativa sarà il Sentiero delle Orobie, lungo circa 84 km e noto come la più classica traversata delle montagne bergamasche. L’affascinante camminata partirà da Valcanale giovedì 11 luglio per poi chiudersi con la salita al Pizzo Redorta - seconda cima delle Orobie per altezza – e la successiva discesa a Valbondione. Durante il tragitto e nei rifugi si svolgeranno incontri, presentazioni, degustazioni e concerti aperti al pubblico.
A chiusura della presentazione, il Presidente generale del CAI Umberto Martini ha affermato: «Quest’esperienza appassionante permetterà ai partecipanti di capire che tutto in una spedizione è importante: l’arrivo in vetta, certo, ma anche la preparazione, il vissuto e il ritorno insieme. Spero che sia la prima di tante future iniziative simili che verranno organizzate. Inoltre, poiché la montagna unisce, mi auguro che l’unione che si creerà tra queste persone porti i frequentatori della montagna meno assidui ad appassionarsi alla cultura delle Terre Alte e a crescere come uomini.»