Martedì 11 Giugno presso la sede dell’Università telematica Pegaso, si
è discusso del rapporto tra merito, cultura e impresa nell’ambito del programma “UniSocietà”. Ha presieduto la giornata di studi il Presidente del CdA dell’ateneo Domenico Iervolino che ha inaugurato i lavori ponendo al centro del proprio intervento l’inscindibilità del binomio cultura/impresa sottolineando come soltanto sulla base di questo rapporto sia possibile far emergere il merito. Per Iervolino il merito riesce ad esprimersi solo attraverso quella iniziale fiducia che l’impresa deve accordare all’ingegno perché il mercato possa premiarlo, dovrà essere allora l’impresa ad investire nel merito perché il circolo del trinomio non si spezzi. Alessandra Schettino, germanista e docente presso l’UniPegaso ha quindi introdotto e coordinato i lavori; a lei va il merito di aver immaginato un dialogo nuovo, tra voci distanti per provenienza professionale eppure affini nell’impegno per la cultura.
Franco Rendano, già docente di chirurgia presso l’Università Federico II di Napoli, imprenditore che con le proprie forze ha realizzato il progetto partecipato di rigenerazione urbana “I Love Porta Capuana” che da alcuni anni opera nel quartiere dove attraverso la riqualifica dell’antico lanificio borbonico ha costituito uno degli spazi per l’arte contemporanea più importanti della città, ha presentato i meriti del proprio progetto, spiegando con quali sforzi e secondo quali fini è riuscito a costituire una delle più belle realtà dell’archeologia industriale del nostro territorio.
Lo ha seguito il notaio Dino Falconio, autore de “Il tempo delle diete”, divertente ritratto della infelice destinazione dell’uomo sovrappeso costretto alla dieta dalle circostanze dei tempi, il quale, prendendo spunto dalla propria esperienza di austero notaio da un lato e di scrittore irriverente dall’altra, ha offerto il proprio contributo alla causa dell’incontro di cultura e merito. Sono quindi intervenuti Alessandra Schettino che ha presentato con passione il caso delle monache ribelli che nelle clausure cinquecentesche a Napoli vissero tra vizi e libertà che neppure la riforma tridentina potette reprimere e la cui scoperta fornisce oggi un fulgido esempio di ricerca d’archivio seria e pure impegnata ma capace di offrire spunti ad una industria, quella del cinema ad esempio, che più di un soggetto potrebbe trarne da un caso di tale rilevanza storica e narrativa. Hanno quindi offerto il loro contributo due giovani studiosi di lettera e filosofia, tra cui Domenico Ingenito che dopo essersi addottorato presso l’Orientale di Napoli ha trovato fortuna prima a Oxford e poi a Los Angeles dove dal prossimo autunno ricoprirà il ruolo di Professore Associato presso la UCLA.
Domenico Ingenito sta facendo molto per portare la bellezza della poesia classica e contemporanea all’attenzione delle istituzioni attraverso la promozione e l’organizzazione di festival e letture di poesie di cui è egli stesso l’appassionato animatore affinché questo fiore prezioso che è lo studio della letteratura non diventi quel frutto sterile che è spesso nei dipartimenti di lingue e resti invece quel bene raro eppure condiviso di una intera cultura. Ha chiuso il dibattito Maurizio de Giovanni, noto scrittore, che con la sua provocatoria sagacia ha riportato al centro dell’attenzione, il problema della frattura cui spesso si assistente nella società italiana tra cultura e merito, infliggendo le proprie brillanti ed ironiche considerazioni a danno di coloro che a beneficio dell’impresa hanno danneggiato la cultura. Un solenne no affinché ciò accada e un incoraggiamento affinché istituti di alta formazione come l’Università telematica Pegaso possano continuare a promuovere il fortunato trinomio di merito, cultura e impresa, si è levato dalla belle sale di palazzo Zapata, in Napoli.
Davide Grossi