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Piccolo, ma con i muscoli di ferro.


Si può così definire il sistema delle Banche di credito cooperativo in Italia che, in accordo con il principio di vicinanza che fa parte del modello di servizio alla clientela, negli ultimi anni ha ampliato la presenza sul territorio nazionale, attestandosi nel 2012 a 394 unità, 4.448 sportelli, pari al 13,6% del sistema bancario complessivo. Alla stessa data le Bcc rappresentano ancora l’unica presenza bancaria in 551 comuni, mentre in altri 549 competono con un solo concorrente. In Campania sono appena 20 le banche di credito cooperativo per 136 sportelli (la maggiore presenza in Trentino e Lombardia, rispettivamente con 47 e 43 Bcc), presenti soprattutto nel salernitano, ma in crescita costante. Il perché lo spiega Amedeo Manzo, presidente della Bcc di Napoli:
“In un quadro congiunturale particolarmente negativo, le Bcc hanno continuato a sostenere i propri soci e la clientela, composta soprattutto da piccole imprese e famiglie, target elettivo di riferimento. E’ il nostro modello di lavoro, molto vicino al territorio. Sia per il proprio orientamento sociale, sia per la scelta di costruire il bene comune. Un’azione che si fonda sulla cultura d’impresa e l’identità propria del credito cooperativo, la doppia anima con la quale operiamo”.

Ovvero?

“Le Bcc svolgono la funzione di intermediari creditizi, con la fondamentale attività di raccolta del risparmio e di finanziamento e, nello stesso tempo, di imprese a responsabilità sociale. E, soprattutto in un periodo di cambiamento delle regole del gioco, con internet che sta creando nuovi e potenti competitor, il mutualismo assume un ruolo significativo. Nel mutualismo si sperimenta infatti il valore aggiunto, la ricchezza, la forza dell’unione. E, ancora, si sperimentano coraggio e capacità di scelta. E’ questa la risposta che ci sentiamo di proporre al senso di smarrimento così diffuso che oggi pervade la società, non solo quella italiana”.

Qual è il risultato delle attività di impiego a livello nazionale?

“Gli impieghi risultavano a fine anno ad oltre 152 miliardi di euro, con una quota di mercato pari al 7,8%. E per quanto concerne la dotazione patrimoniale, si stima che a fine 2012 l’aggregato capitale e riserve superi i 19,7 miliardi”.

Anche per la Bcc di Napoli, che ha appena iniziato il quarto anno di vita, i risultati sono positivi?

“La raccolta totale dalla clientela è stata di 71,5 milioni di euro: 60 milioni da quella diretta, 11,5 da quella indiretta. L’aumento, a due cifre, è del 20%. Non è poco in un periodo di crisi economica. In crescita anche gli impieghi che, a fine dicembre scorso hanno raggiunto quota 28,8 milioni, e l’utile che ha toccato 1,06 milioni di euro al netto delle imposte, registrando, rispetto al precedente esercizio un incremento del 488%”.

Anche i soci sono in aumento?

“Certo, ne abbiamo acquisito in un anno 120 per un totale di 3.284. Un numero che ci ha consentito di aumentare il capitale sociale che è superiore a 8 milioni. L’incremento è la testimonianza più evidente della fiducia che siamo riusciti a trasmettere; una fiducia che punta a far rinascere la speranza rimanendo attaccati al territorio e a costruire un rapporto stretto con i cittadini”.

Quale sarà l’evoluzione della gestione?

“Il percorso non si discosterà dall’attuale. L’erogazione del credito sarà attenta senza venire meno all’impegno di garantire il sostegno ai soci, la crescita degli impieghi continuerà ad essere prudente, la politica della raccolta diretta sarà funzionale al fabbisogno di liquidità aziendale, infine, si proseguirà nel significativo incremento della base sociale attiva, su cui si fondano principalmente le potenzialità di sviluppo. Il rafforzamento della dotazione patrimoniale costituirà l’elemento cardine su cui impostare le possibilità di sviluppo operativo nel medio e lungo termine”.
Eduardo Cagnazzi

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