La Mostra d’Oltremare restaura altre due strutture e dopo circa tre anni di lavori e 15 milioni di investimenti (in parte ottenuti con mutuo dalla Banca di credito cooperativo di Napoli) apre l’hotel Palazzo Esedra, l’ex Palazzo Uffici. L’albergo è affidato al gruppo Prestige dell’imprenditore Sergio Maione che comprende anche il Grand Hotel Vesuvio, l’Excelsior e il Majestic. Direttore dell’hotel è Alberto Luciano, da vent’anni alla guida del Vesuvio. Il Palazzo Uffici, costruito nel 1939 dall’architetto Marcello Canino, fu la prima costruzione del complesso fieristico, con una funzione sostanzialmente operativa.
Fu, infatti, la sede degli uffici dei tecnici e degli operatori impegnati nei lavori di concretizzazione della Prima Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare, una manifestazione che altre città ne contesero l’assegnazione. Negli ’50 venne restaurato per i danni causati dall’evento bellico dall’architetto Delia Maione che dedicò una particolare cura alle sale di rappresentanza. E adesso, in meno di tre anni il recupero e la riconversione in struttura alberghiera 4 stelle: 106 camere, di cui 12 junior suites, ogni tipo di comfort, il salone affreschi (ex auditorium) e le corti storiche, dal salone d’onore - affrescato dagli artisti Emilio Notte e Franco Girosi - all’elegante peristilio su modello delle domus romane.
Del 1940 è invece il ristorante della Piscina, realizzato su progetto dell’architetto Carlo Cocchia. Sulla parete esterna era raffigurata l’opera in terra refrattaria e stucco Ritmi Africani (oggi completamente restaurata) disegnata dal futurista Enrico Prampolini, mentre all’interno, tra i vari elementi artistici, vanno ricordati quelli realizzati da Edoardo Giordano per il Gran Caffè e il ristorante di prima categoria. Secondo Uberto Siola, la struttura è quella che meglio esprime
“la tensione verso il rinnovamento del linguaggio che si stava producendo oltr’Alpe da parte di alcuni architetti napoletani che, nonostante tutto, svolsero un ruolo di primo piano nella progettazione della Triennale”.
I due edifici, il palazzo Uffici e il ristorante, conobbero fino al terremoto del 1980, il loro periodo di maggiore splendore. Poi il frazionamento del palazzo, locato conservando la sua originaria funzione solo per una parte, mentre il ristorante continuò a funzionare fino alla sua definitiva chiusura avvenuta verso la fine degli anni ’80. Quindi, la decadenza per entrambi. Fino al completamento dell’attuale restauro. Un’iniziativa imprenditoriale dell’ente Mostra che pone un ulteriore tassello al futuro polo fieristico napoletano “nell’unico parco sorto dopo la dipartita dei Borboni”, come ebbe a sottolineare Cocchia.
“E’ stata un’impresa lunga e travagliata, un’operazione coraggiosa che arriva a conclusione in un momento poco felice per l’economia nazionale e locale”, afferma Maione, che aggiunge: “Sarà un albergo per uomini d’affari sul modello del Majestic, ma anche per turisti e visitatori dei siti universitari e sportivi che insistono nell’area”.
Un’area particolarmente felice dal punto di vista dei trasporti, per la vicinanza alla stazione ferroviaria e della Cumana, della tangenziale e dell’asse di collegamento con la zona Flegrea.
Eduardo Cagnazzi