Può il mare, inteso come insieme del mondo industriale che ruota intorno al mare, essere portatore e leader di una nuova visione trasportistica del nostro Paese?
E' possibile immaginare una politica dei trasporti che non si limiti all'analisi stantia e ripetuta delle criticità dell'ultimo miglio, ma che sappia invece prendere spunto, ed anzi originare, dall'esperienza, dall'antica tradizione e dalle ultime novità tecnologiche dello shipping?
Ed al contrario, può il nostro Paese continuare a "dimenticare" la sua naturale, necessaria marittimità?
Può la nostra governance proseguire la sua azione nell'evidente paradosso di una cronica assenza di cultura marittima e di una vecchia politica complessiva dei trasporti del Paese, pensata e disegnata, ancora oggi, soprattutto in base alle sole logiche (industriali) dell'autotrasporto?
Queste alcune delle domande che
l'Istituto Italiano di Navigazione
ha posto al centro della riflessione in un seminario tecnico e vivace, aperto agli spunti del pubblico, durante lo Yacht Med Festival di Gaeta.
Dopo i Saluti istituzionali a cura dell’Ammiraglio
Antonino Parisi, Capo Ufficio Relazioni Esterne e Comunicazione Marina Militare Italiana, del Comandante di Vascello
Pietro Vella, Direttore Marittimo del Lazio e Comandante del Porto di Civitavecchia e di
Vincenzo Zottola, Presidente Camera di Commercio di Latina, gli interventi sono stati introdotti e moderati da
Luca Sisto, Presidente Vicario dell’Istituto Italiano di Navigazione e caposervizio politica dei trasporti di Confitarma.
Sisto ha lanciato un appello alla condivisione di un
action plan
tra Amministrazione, Industria, Ricerca ed Accademia, forte della visione d'insieme e dell'esperienza maturata dall'IIN che, dal 1959, si batte per un approccio olistico del navigare, convinto della necessità non di deregulation ma, piuttosto, di semplificazione, aggiornamento e sprovincializzazione degli attuali assetti trasportistici della nazione.
Cesare d'Amico Presidente della Fondazione “G. Caboto”
di Gaeta e AD d’Amico società di navigazione ha posto al centro del suo intervento la necessità di proseguire con forza il percorso formativo virtuoso che da due anni mette in rete l'industria dell'armamento e della portualità con il modello formativo dell'ITS, a beneficio delle nuove generazioni che si affacciano, sempre più motivate, alle moderne professioni del mare.
Oliviero Baccelli Vicedirettore del CERTET
- Università Bocconi, prendendo spunto anche da una sua recente pubblicazione, ha approfondito alcuni dei temi oggi al centro del dibattito trasportistico nazionale, con particolare attenzione al ruolo che la modalità marittima può svolgere per mettere in rete l'Italia con il Nord Europa e con il Mediterraneo.
Alberto Cozzo avvocato marittimista
ha proposto un approfondimento sul tema del dumping normativo nazionale in tema di diporto, comparando la nostra regolamentazione giuridica e la nostra capacità di accoglienza turistica con le realtà vicine all'Italia più competitive, come Malta, Croazia, Montenegro.
Luciano Serra Presidente Assonat
ha perorato una difesa del valore delle imprese operanti nel settore della portualità turistica, nel mondo in cui nasce la prima rete italiana “Port in Italy”, un progetto che cambierà il volto della nostra economia.
Valeria Novella Presidente dei Giovani Armatori di Confitarma
ha portato un’autorevole voce delle profonde e convinte istanze di ammodernamento che i giovani industriali, sempre più internazionalizzati, pongono al centro della loro attività per fare sistema in un'Italia marittima che non sempre sa comprendere e cogliere la necessità di nuovi approcci e cambiamenti per competere nei mercati di oggi, definitivamente globalizzati.
Enrico Pujia Direttore Generale del Ministero Infrastrutture e Trasporti
ha chiuso il convegno con la riflessione sull'attuale nuova politica dei trasporti nazionali, esprimendo il contributo che può offrire l'Amministrazione pubblica allo shipping, per la verità non sempre aiutata dalla politica, cercando di chiarire quali possano essere le più urgenti risposte regolatorie che gli operatori chiedono di avere per poter uscire dalla crisi da quel che resta del passato ministero della marina mercantile.